Il corpo prima di tutto

Se qualcuno si presenta a voi dicendo di essere un visionario, ma poi scoprite che non si lascia sedurre dal potere della danza, allora deridetelo, smascheratelo e non credetegli più.

Nietzsche in Così Parlò Zarathustra scrisse:  “Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare. E quando ho visto il mio demonio, l’ ho sempre trovato serio, radicale, profondo, solenne: era lo spirito di gravità, grazie a lui tutte le cose cadono. Non con la collera, col riso si uccide. Orsù, uccidiamo lo spirito di gravità. Ho imparato ad andare: da quel momento mi lascio correre. Ho imparato a volare: da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi. Adesso sono lieve, adesso io volo, adesso vedo al di sotto di me, adesso é un dio a danzare, se io danzo”.

Attraverso la danza, infatti, e solo attraverso la danza, il corpo abbandona il suo legame con il mondo reale, che lo porta a compiere dei gesti per espletare delle funzioni, e si lega a ciò che è oltre l’intenzionalità, oltre il concreto. Esso, grazie alla danza, incarna il puro simbolo, mettendo in scena dei gesti privi di una destinazione apparente, di un senso apparente, per poi frammentarsi e dissolversi nella frenesia orgiastica.

La meraviglia.

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