Giornalisti? ‘Cani da carne’ in salsa high-tech. Divorati di Cronenberg

cronenberg

If we incorporate the internet into our nervous system,
which I think we obviously have done,
the understanding of what reality is shifts hugely.
David Cronenberg

Cambiano i tempi, cambiano le modalità di incarnazione da, e verso la materia, ma David Cronenberg, regista semplicisticamente etichettato come il Barone del Sangue, non si smentisce. Porta avanti la sua profezia della ibridazione/trasformazione della carne con e attraverso le nuove tecnologie, esasperando la brutalità delle sue conseguenze. Con lucidità e convinzione. Ha impiegato otto anni per darla alla luce, nel frattempo ha scritto e girato ben 5 film, ma alla fine eccola lì, in formato tascabile, la sintesi del suo pensiero. Pronta per essere ‘consumata’, in senso quasi letterale.

La trama che, come spesso avviene nelle sue storie, è il pretesto per imbastire un racconto di tipo filosofico-esistenziale, ruota attorno al rapporto non convenzionale di una coppia. Si tratta di due giornalisti di riviste scandalistiche, Nathan e Naomi, tanto appassionati di tecnologia quanto proporzionalmente conformisti. Ingenui e anche un po’ rozzi, ignoranti e totalmente dipendenti da una connessione internet grazie alla quale ‘googlare’ ogni informazione appetibile per i propri articoli. Giornalisti affamati di scoop, specchio, come dichiara lo stesso Croneneberg, di un certa diffusa degenerazione nel fare informazione contemporaneo [1]: «C’è un vero declino della professione perché non c’è più la struttura che ti obbligava a imparare, cominciando dalle piccole notizie di cronaca o sport che un caporedattore esigente ti faceva riscrivere senza pietà […] So che su internet ci sono critici che si definiscono tali perché hanno un sito o un blog, e se vai su Rotten Tomatoes vedi che non sanno parlare, non conoscono la grammatica e sono proprio stupidi, ma vengono presi in considerazione come tutti gli altri critici e giornalisti. Ognuno ha accesso al suo posto in rete e si può ricreare come un avatar».

Eppure, strettamente vincolato al contemporaneo, obiettivo di David Cronenberg, nonostante la scelta dei protagonisti, non sembra affatto quello di scagliarsi contro la tecnologia in sè, riflesso naturale di quelle che siamo, ma di farci riflettere su come essa ci abbia trasformato tutti, di fatto, in cannibali, alla ricerca della fisicità che travalica il contatto (ormai essenzialmente virtuale), e diventa suo stesso consumo. Consumo che, portato all’estremo delle sue possibilità letterali, si traduce, nel romanzo, nella descrizione di atti di vero e proprio cannibalismo, ma anche di apotemnofilia – patologia che si manifesta nel desiderio su base erotica e sessuale di avere uno o più arti amputati, e connessa acrotomofiia – patologia che porta il soggetto a cercare partner sessuali con menomazioni fisiche più o meno vistose, contagio virale, condivisione clandestina di neuropatologie.

Thriller moderno dai tratti postmoderni quasi nostalgici, Divorati è un romanzo dai risvolti esistenziali espresso in stile divulgativo e popolare. Non un semplice horror (come non lo sono i suoi film del resto), ma neanche l’esercizio stilistico di uno sperimentatore di generi. Forse solo una ulteriore veste della sua convinzione esistenziale più profonda, che lo ha sempre portato a mettere il corpo al primo posto, un corpo che, messo da parte dalla virtualità che le tecnologie paventano, si ribella esplicitamente, e ironicamente.

Contrariamente al cinema, vincolante da più fronti per problemi legati alla macchinosità della sua produzione, la scrittura offre al regista la possibilità di un dialogo interiore più profondo, di qui il suo non limitarsi nella scelta degli espedienti narrati, tra cui il tabù (per lo più visivo) del sesso anziano, trattato con una naturalezza dichiaratamente autobiografica. Ma alla fine la tesi è semplice e coerentemente in linea con la ricerca del regista visionario: il nostro sistema neurologico si è appropriato delle regole della rete, pervasiva e tragicamente modellante, essa ci consuma e noi non possiamo far altro che consumarci a vicenda. In modo carnale. L’unico modo che ci permetterà per sempre di essere, o meglio, come direbbe Cronenberg, di affermarci esistenti.

Link al booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=dAetM1dyCxM

* David Cronenberg, regista cinematografico canadese. Nato a Toronto, è stato inserito nella Walk of Fame del Canada nel 1999. Nominato Ufficiale dell’Ordine del Canada nel 2002, ha ricevuto nel 2006 la Carrozza d’Oro alla carriera al Festival di Cannes; è inoltre Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (1990) e Cavaliere della Legion d’Onore (2009). Tra i lungometraggi di una carriera ultraquarantennale si ricordano Stereo, Crimes of the FutureFast CompanyBrood – La covata maleficaLa zona mortaLa moscaIl pasto nudoM. ButterflyCrashA History of ViolenceA Dangerous MethodeXistenZCosmopolis, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo, e Maps to the StarsDivorati è il suo primo romanzo.

Bibliografia:

Videocronenberg, di Claudio Bartolini, Bietti Edizioni, 2012/Umano e post-umano. Appunti sul cinema di David Cronenberg, di Stefano Ricci, Sovera Edizioni, 2011 /Lo strano caso del dr. David e di Mr. Cronenberg,di Alessandro Aronadio, Bietti – Società della critica, 2010 /David Cronenberg, di Gianni Canova, Editrice Il Castoro, Milano, 2007/La bellezza interiore. Il cinema di David Cronenberg, a cura di Miche Canosa, Le Mani EditriceRecco-Genova, 1995 /David Cronenberg. Dal cinema delle mutazioni all’horror esistenziale, a cura di Fabrizio Liberti, Stefano Sorbini Editore, Roma 1995 /Effetto Cronenberg. Metacritica per un cinema delle mutazioni, di Marcello Pecchioli, Edizioni Pendragon, Bologna, 1994

Note

1) Intervista di Paola Zanuttini, Repubblica, 2.10.2014, http://www.minimaetmoralia.it/wp/zanuttini-intervista-cronenberg

Articolo comparso in lingua italiana ed in lingua inglese in NoemaLab http://noemalab.eu/ideas/giornalisti-cani-da-carne-in-salsa-high-tech-journalists-meat-dog-with-high-tech-sauce/

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